Mihaly Csikszentmihalyi: il Flusso ed i suoi benefici


Il flusso (detto anche “flow” o “esperienza ottimale”) è uno stato in cui ci si sente intensamente coinvolti in un’attività, che sia fisica o mentale. L’attenzione è così focalizzata che tutto il resto perde temporaneamente importanza. L’esperienza del flusso avviene quando le competenze ed il livello di sfida non sono né troppo elevati, né troppo bassi.


Chi è Mihaly Csikszentmihalyi

Csikszentmihalyi (si legge: “Chick-Sent-Me-High”) inizia la sua ricerca domandandosi perché, dopo la Seconda Guerra Mondiale, alcune persone fossero in grado di ritornare ad una vita non solo normale, ma anche appagante, nonostante avessero perso lavoro, casa o addirittura i loro cari. Dai primi studi in filosofia, Csikszentmihalyi si interessa poi alla psicologia dopo aver incontrato, quasi per caso, Carl Jung, del cui lavoro era prima all’oscuro.

Inizia quindi una ricerca volta a comprendere quali siano le radici della felicità: intervista creativi, artisti e scienziati cercando di capire in quali occasioni si sentissero veramente appagati e perché si dedicassero ad attività che, pur non promettendo fama né fortuna, rendevano le loro vite significative.

Csikszentmihalyi arriva alla conclusione che la felicità non sia tanto influenzata da cause esterne, ma sia piuttosto un fattore interno: ognuno di noi è in grado, per una buona parte, di agire per migliorare il proprio benessere. L’autore precisa però come il raggiungimento della felicità richieda uno sforzo continuo e consapevole da parte della persona: per sperimentare il flusso, cioè l’essere totalmente assorbiti dall’esperienza del presente, bisogna muoversi in direzione contraria all’inerzia, imparare a direzionare l’attenzione e prendere in mano la propria esistenza.

Che cos’è il flusso

L’esperienza ottimale infatti è tutt’altro che “spontanea” e richiede condizioni molto particolari.

Durante lo stato di flusso, l’attenzione è completamente concentrata nel compito e la persona sta utilizzando al massimo le sue capacità.

Per dirla con le parole dell’autore:

“ciò che sentiamo, ciò che desideriamo e ciò che pensiamo sono in armonia”

Si tratta di un’esperienza universale, comune a molte attività: lo sport, la danza, l’arrampicata, gli scacchi, l’attività creativa, socializzare, studiare, ascoltare musica, leggere, lavorare.

Alcuni sperimenteranno il flow viaggiando e visitando le meraviglie del mondo.

Ad un pianista invece basterà scrivere sulla carta piccoli segni neri, mentre si immagina suoni che prima non erano mai stati combinati in quel modo. Entrerà in un’esperienza ottimale nel momento in cui si siederà sullo sgabello per suonare, osservando le sue mani che si muovono da sole.

Questo però succede solo se sei un pianista!

Ecco quindi un’altra particolarità del flusso: le capacità della persona devono essere portate al massimo, la situazione deve essere sfidante. Se queste capacità non ci sono e il contesto le richiede, ti ritroverai a provare ansia. Nel caso opposto, noia. Il flusso si regge quindi su un equilibrio delicato.

Pur essendo comune a diverse attività, possiede caratteristiche specifiche:

  • gli obiettivi sono chiari, l’attività è ben strutturata, c’è la possibilità di avere feedback sul proprio progresso;
  • c’è un equilibrio tra sfide e risorse;
  • ci si sente completamente assorti nella propria attività
  • azione e consapevolezza si fondono;
  • ci si sente in grado di controllare a situazione;
  • l’attività sembra avvenire in modo fluido e naturale;
  • la percezione del tempo è alterata;
  • l’attività è gratificante di per sé, la motivazione è intrinseca.

L’esperienza ottimale è seguita da un aumento delle emozioni positive, permettendo alla persona di costruire risorse importanti. Ad esempio, sperimentare spesso lo stato di flow,  in ambito sportivo può portare ad avere un maggior numero di peak-performances, a scuola può aumentare la partecipazione da parte degli alunni e favorire la pianificazione a lungo termine (ad esempio, della propria carriera scolastica), a lavoro può aumentare il senso di coinvolgimento.

In generale però, la persona sente di condurre una vita maggiormente ricca di significato: lo stato di flusso è connesso ad attività che permettono di esprimere e definire se stessi, di utilizzare appieno le proprie capacità, di esplorare i propri interessi e talenti.

Trovare il flusso

Purtroppo, non esiste una “tecnica per entrare nel flusso”.

Però ora sai quali sono le condizioni che favoriscono l’esperienza ottimale.

Innanzitutto, cerca quelle attività che ti permettono di utilizzare al massimo le tue capacità, senza però essere un’eccessiva fonte d’ansia (un po’ di stress va bene).

Sceglile in base alle tue motivazioni: dedicatici perché ami farlo, al di là del risultato e della loro effettiva “utilità”. Suona perché ti piace, anche se sai che non diventerai una grande rock-star (e magari neanche ti interessa, perché fai il contabile e ti va bene così). 

Vai a correre, per te stesso, per la tua salute ed il tuo benessere, e non per diventare un’atleta. Più la motivazione che ti spinge è intrinseca e meno sarai dipendente dai riconoscimenti esterni, più è probabile che tu sperimenta il flow.

Assicurati che la tua attività sia ben strutturata, che gli obiettivi siano chiari e che tu possa capire in ogni momento se stai andando nella giusta direzione. Dalle ricerche è emerso come le persone siano più portate a sperimentare il flusso a lavoro anziché durante il tempo libero proprio perché questo spesso non possiede queste caratteristiche.

Prima di entrare nell’esperienza ottimale, un minimo di sforzo iniziale è inevitabile. È importante vincere quel senso di inerzia e di pigrizia che altrimenti impedirebbe addirittura di incominciare. Guardare la televisione o controllare Facebook non sono tra le attività che conducono al flusso.

A proposito di questo: evita le distrazioni. Il multi-tasking è nemico del flusso. Quindi…posa quello smartphone ;-).

Infine, sembra esserci un tipo di personalità, chiamata “autotelica”, che è più propensa a sperimentare il flusso. Questo tipo di persone intraprendono più spesso azioni per il piacere intrinseco delle stesse, sono curiose ed interessate alla vita in generale e sono poco centrate su se stesse: tutte caratteristiche che favoriscono l’esperienza ottimale.

P.S.: se proprio vuoi un esercizio da fare…mettiti a fissare intensamente il nome “Csikszentmihalyi” per dieci secondi. Poi prendi un foglio e prova a scriverlo correttamente. Hai fatto degli errori? Sfida un tuo amico a fare di meglio!

Bibliografia 

Bassi, M., Steca, P., Monzani, D., Greco, A. & Delle Fave, A. (2014). Personality and Optimal Experience in Adolescence: Implications for Well-Being and Development. Journal of Happiness Studies, 15(4), 829-843.

Bonaiuto, M., Mao, Y, Roberts, S., Psalti, A., Ariccio, S., Ganucci Cancellieri, U. & Csikszentmihalyi , M. (2016). Optimal Experiences and Personal growth: Flow and the Consolidation of Place Identity. Frontiers in Psychology, 7, 1-2

Csikszentmihalyi, M. (1997). Finding Flow: The Psychology of Engagement with Everyday Life. New York: Basic Books. 

Csikszentmihalyi, M. & LeFevre, J. (1989). Optimal experience in work and leisure. Journal of personality and social psychology, 56(5), 815-822.

Hefferon, K. & Boniwell, I. (2011). Positive Psychology: Theory, Research and Applications. Oxford: Open University Press.


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